‘Il Dialogo Mondiale’ scultura presentata al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, con un messagio destinato a questo organismo il 7 marzo 2002

Signor Segretario Generale, Signore e Signori,

Partendo dal presupposto che l'arte è un importante tramite culturale e un linguaggio umano internazionale e non un oggetto di commercio, questa presentazione è per me fonte di grande soddisfazione in quanto si svolge presso l'istituzione politica internazionale più rispettata al mondo proprio perché ne è la più rappresentativa.

Non esiste sul nostro piccolo pianeta nessun artista che provenga "da fuori". Ognuno di noi è il risultato delle proprie esperienze. Più di vent'anni di viaggi in oltre venti paesi mi hanno convinta della profonda somiglianza tra gli esseri umani, per quanto diversi essi siano nell'aspetto fisico o nel modo di vivere, a causa di varianti quali le diverse condizioni geografiche o i cambiamenti spesso inadeguati o imposti.

La forza e la ricchezza di un essere umano stanno nella sua saggezza. La presa di coscienza dell'assenza di un obiettivo accettabile per l'esistenza sfocia nella valorizzazione del momento presente. Purtroppo nessuna idea filosofica, religiosa o politica può dare un senso di soddisfazione permanente all'umanità che si rinnova ad ogni generazione. La felicità viene spesso proiettata nel futuro e il futuro non è che una ripetizione del presente. Nel corso di migliaia di anni, la Storia ci ha mostrato come l'Uomo sia sempre animato dalla brama di potere, dall'amore, dall'odio, dalla menzogna, dall'onestà.... Siamo realisti: la perfezione non è umana. Ma il miglioramento e la creazione di condizioni di vita umane per tutti sono sempre possibili senza dover imporre la visione che le diverse società hanno del progresso. La saggezza, negli Uomini, si sviluppa nella calma, il che è molto diverso dal soffocamento e dal silenzio.

Ringraziando il signor KHATAMI, Presidente della Repubblica Iraniana, per la sua iniziativa dell'Anno Internazionale del Dialogo tra le Civilità, faccio fatica a decidere a chi dedicare quest'opera:

Agli omosessuali, che subiscono un'enorme pressione da parte della società che ancora non ha capito che queste persone non diventano omosessuali ma si scoprono omosessuali e cio non riduce per nulla i valori di cui sono portatori al pari di qualsiasi altra donna o uomo;

Ai condannati a morte dalla cosiddetta giustizia, che sono la prova tangibile dell'incapacità di uno stato a farsi carico delle proprie responsabilità;

Ai bambini e alle donne maltrattati, la cui debolezza fisica viene sfruttata come strumento di potere da parte di chi pratica la violenza;

Oppure a un popolo, a quello della Sierra Leone, agli Afgani o al popolo Palestinese che da 53 anni subisce ingiustizie di ogni genere. Un paese non è degno di essere chiamato democratico o civile finché continiua ad abusare di altri paesi giocando d'astuzia o imponendosi con la forza.

Se le decisioni di un'istituzione rappresentativa internazionale sono il frutto di una saggezza internazionale, qual è la legittimità del Diritto di Veto da parte di una minoranza che si fa forte del suo esercito? Tali paesi sono fra i primi nella lista dei venditori d'armi che alimentano i conflitti sul nostro piccolo pianeta. È urgente che gli interessi immediati e personali cedano il posto agli interessi generali a lungo termine. Ne va della vita di noi tutti. E perché ciò succeda, c'è bisogno di un Organismo delle Nazioni Unite ancora più efficace.

IL DIALOGO MONDIALE

In questa scultura, cinque volti di profilo disposti a corona rappresentano i cinque continenti; all'interno si trova una mappa del mondo.

I volti girati verso il pianeta sono una prova dell'interesse che ognuno di noi può manifestare verso gli altri; sono molto simili al fine di sottolineare l'uguaglianza degli Uomini in tutti i continenti.

Il modo in cui sono disposti, ai margini, illustra l'idea di una volonta di protezione del pianeta attuata dai popoli stessi.

Con quest'opera, desidero affermare che il dialogo è un mezzo efficace e uno strumento pacifico per risolvere i problemi tra i popoli rispettando le differenze alle quali ognuno ha diritto.